Biotestamento, il monito di Beppino Englaro: “Nessuna limitazione”

Il padre di Eluana sul palco della Cgil Friuli: “Un anno dopo è tornato il silenzio, la politica va in direzione opposta: il ddl deve dare la possibilità a tutti i malati di esprimersi, nel modo più semplice possibile”. Anche con il videotestamento

di Emanuele Di Nicola

ZUGLIANO (UDINE) – Dopo la scomparsa di Eluana “la politica sta andando in direzione opposta”. Lo ha detto Beppino Englaro, a margine del suo intervento di oggi (martedì 23 marzo) al congresso della Cgil Friuli Venezia Giulia. Il ddl sul biotestamento, attualmente in Commissione parlamentare, “deve garantire a tutti la possibilità di esprimersi nel modo più semplice possibile. Deve includere anche il videotestamento, non ci devono essere limitazioni di sorta”. Con il testamento biologico, ha spiegato, “viene rispettato il processo naturale di morte: non si muore di fame e di sete, ma si viene accompagnati alla morte in modo scientifico. Prevale il primato della coscienza”.

“La nostra vicenda è stata trasparente
– ha proseguito -: abbiamo chiesto di tornare alla naturalità, alla possibilità di dire sì o no alle cure. L’avrebbe voluto la stessa Eluana, a un certo punto l’ha voluto anche il Papa. Ma la Chiesa ha perso un’opportunità: ha provato a impadronirsi delle coscienze personali, di negare la possibilità di dare voce a sé stessi”.

A un anno dalla morte, Englaro ha ripercorso la storia di sua figlia dal palco del congresso. “Lei aveva percepito benissimo i rischi della medicina d’urgenza: era molto sconvolta dalla vicenda di un suo amico, che era stato curato per mesi senza risultati concreti. Ci disse che se le accadeva qualcosa, noi dovevamo intervenire”. Il padre ricorda quel periodo: “Non pensavamo che la medicina fosse al servizio della ‘non morte’ a ogni condizione. Quando siamo arrivati allo stato vegetativo, e i dottori non ci hanno dato possibilità, abbiamo esercitato la capacità di autodeterminarsi: senza posizioni ideologiche, solo attraverso il dialogo con i medici e la nostra coscienza. Potete immaginare il nostro sconcerto di fronte alla reazione della politica, dopo aver agito nel pieno rispetto della legalità”.

Perché il caso ha scosso tutto il paese? “In Italia prima di Eluana non si parlava di queste vicende – secondo Englaro -, erano situazioni troppo forti che spaccavano le coscienze. Al contrario di Stati Uniti e Inghilterra, dove alcuni casi erano già stati affrontati e portati a soluzione”. Anche adesso è tornato il silenzio: “Invece bisogna parlarne, non per la famiglia Englaro ma perché serve a tutti. L’autodeterminazione terapeutica è senza limiti e non c’entra niente con l’eutanasia”.

Rivolgendosi alla platea dei delegati, ha concluso: “Il primato della coscienza individuale, il rispetto di sé e degli altri erano i valori di Eluana e sono gli stessi della Cgil”. Dopo un lungo applauso, Englaro ha ricevuto due tessere onorarie del sindacato: una di quest’anno e una per il 2009, quando ha dovuto affrontare la morte della figlia.

[fonte: rassegna.it]

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